DEFINIZIONE:
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Nome derivato dall’ebraico Qajin e dall’arabo Qajn, fabbro, figlio
primogenito di Adamo ed Eva, fratello di Abele. Geloso del fratello, le cui
offerte erano state gradite da Dio a differenza delle sue, lo uccise (Genesi 4,
3-8). Il racconto biblico, radicato nella tradizionale rivalità fra agricoltori
e pastori, serve all’autore per evidenziare la triste fecondità del peccato che
genera l’odio fra i fratelli. Dio chiede conto a C. del delitto commesso, lo
maledice preannunciandogli la sterilità della terra, ma lo protegge con un segno
dall’ira di altri uomini, promettendo che «chiunque ucciderà C. subirà la
vendetta sette volte» (Genesi 4, 19-15). L’intero testo risente di un civiltà in
cui l’individuo non ha alcuna garanzia di incolumità, se non per l’appartenenza
ad un clan. Perciò C., scacciato dal clan originale, riceve per volontà di Dio
il contrassegno di appartenenza ad un nuovo clan, dove la vendetta si esercita
con una rappresaglia sette volte maggiore.
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