DEFINIZIONE:
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Termine con il quale la Curia romana indicò i membri della
fazione della Chiesa nestoriana (v.) riuniti a Roma. Il primo movimento di
unione risale al XIII secolo, con il patriarca Yabbalaha (1281-1317). Un’unione
successiva (XVI secolo) fu il risultato di uno scisma di protesta contro la
prassi instaurata dal patriarca Simone IV (1431-1497), che avevo reso ereditaria
la carica patriarcale. Nel 1552 Giovanni Sulaqa venne riconosciuto patriarca dal
papa Paolo III. I suoi successori inviarono regolarmente le loro professioni di
fede a Roma, finché Simone XIII Denha (1662-1700) abbandonò l’unione. Elia nel
1771 firmò la professione cattolica, designò suo successore il nipote Giovanni
Hormizd, e lo consacrò vescovo all’età di 16 anni. Dopo la morte di Elia XI
(1778) questi diventò cattolico, ma Roma non lo riconobbe per 14 anni, finché
Pio VIII (1830) lo confermò patriarca di tutti i Caldei. È con Giovanni Hormizd
che inizia la serie dei patriarchi caldei di Babilonia (Baghdad) che dura
tuttora. I seguaci della C. sono oggi oltre 200.000, concentrati nell’Iraq, con
gruppi minori in Iran, Turchia, Siria e Libano.
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