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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «00369»

TERMINE: CAMPANA
DEFINIZIONE:

Strumento ottenuto per fusione di una lega di bronzo, talvolta contenente anche argento. É a forma di tazza rovesciata che, sospesa, emette un suono allorché le pareti sono percosse all’interno da un battaglio od all’esterno da un martello. Non è determinabile con certezza quando il culto cristiano abbia incominciato ad usarla. A differenza di altri strumenti, come il corno d’ariete od il flauto di canna, era interamente costruita dall’uomo: quindi non era un sottoprodotto od un residuo del mondo naturale, ma era forgiata intenzionalmente a scopo sacro. Rappresentava il trionfo dell’uomo, creato ad immagine di Dio, sulla natura non rigenerata e, impiegata in un contesto religioso, come la stessa voce umana diventava un veicolo dello spirito. I primi documenti che citano la C. risalgono al VI secolo (Gregorio di Tours). Nell’VIII secolo papa Stefano II (752-757) fece costruire in San Pietro una torre campanaria dotata di tre C., e da allora si diffuse l’uso di collegare l’impiego della C. con la costruzione del campanile. Diffusesi rapidamente in chiese e conventi (tra le più antiche vanno enumerate quelle del monastero di San gallo in Svizzera e quelle di Canino presso Viterbo), solo con il IX secolo l’uso in Occidente divenne rituale. . A partire dal XII secolo le C. furono decorate con iscrizioni (come il suo nome, spesso riferito a quello di spade famose, come Excalibur) e pregiati ornamenti. Con il sorgere dei Comuni, cominciarono ad essere usate C. civiche, per lo più appese alle torri dei palazzi municipali. La fusione delle C. era affidata a monaco e laici vaganti, accomunando dal XVI secolo anche la fusione delle bocche da fuoco. Dal XVI secolo vi furono fonderie stabili, ma i fonditori erranti continuarono ad esistere fino al XVIII secolo, tramandandosi il mestiere di padre in figlio. La C. segna le ore, e la suddivisione del tempo in unità calcolate è lo strumento per mantenere sotto controllo le forze del Caos (v.), dell’oscurità e del male, che circolano invisibili nell’etere. Secondo un libro di preghiere tedesco del XII secolo, i demoni vengono terrorizzati e fuggono, e gli spiriti della tempesta, la peste, le forze del male e gli spettri dei defunti dall’orrido aspetto e dalle voci agghiaccianti sono cacciati dal suono delle C. di una chiesa. Se la Russia vanta più C. di ogni altra nazione, Roma è certamente la città con il maggior numero di C., le più antiche e quelle di maggiori dimensioni. L’uso delle C. è fissato dal Codice di Diritto Canonico (ca. 612), che ne regolamenta il servizio per il culto, elencandone gli altri possibili usi per il bene della comunità (incendi, inondazioni e calamità naturali). Lo stesso Codice (can. 1169) stabilisce che esse siano benedette o consacrate con una complessa cerimonia corrispondente ad una forma di battesimo, secondo formulari definiti nel pontificale romano. Ogni C. viene aspersa con acqua purificata e santificata, consacrata ed unta con olio santo affinché con il suo suono «metta in fuga il demonio». La benedizione delle C. è affidata al vescovo o ad un sacerdote da lui delegato.

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