DEFINIZIONE:
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Strumento ottenuto per fusione di una lega di bronzo, talvolta
contenente anche argento. É a forma di tazza rovesciata che, sospesa, emette un
suono allorché le pareti sono percosse all’interno da un battaglio od
all’esterno da un martello. Non è determinabile con certezza quando il culto
cristiano abbia incominciato ad usarla. A differenza di altri strumenti, come il
corno d’ariete od il flauto di canna, era interamente costruita dall’uomo:
quindi non era un sottoprodotto od un residuo del mondo naturale, ma era
forgiata intenzionalmente a scopo sacro. Rappresentava il trionfo dell’uomo,
creato ad immagine di Dio, sulla natura non rigenerata e, impiegata in un
contesto religioso, come la stessa voce umana diventava un veicolo dello
spirito. I primi documenti che citano la C. risalgono al VI secolo (Gregorio di
Tours). Nell’VIII secolo papa Stefano II (752-757) fece costruire in San Pietro
una torre campanaria dotata di tre C., e da allora si diffuse l’uso di collegare
l’impiego della C. con la costruzione del campanile. Diffusesi rapidamente in
chiese e conventi (tra le più antiche vanno enumerate quelle del monastero di
San gallo in Svizzera e quelle di Canino presso Viterbo), solo con il IX secolo
l’uso in Occidente divenne rituale. . A partire dal XII secolo le C. furono
decorate con iscrizioni (come il suo nome, spesso riferito a quello di spade
famose, come Excalibur) e pregiati ornamenti. Con il sorgere dei Comuni,
cominciarono ad essere usate C. civiche, per lo più appese alle torri dei
palazzi municipali. La fusione delle C. era affidata a monaco e laici vaganti,
accomunando dal XVI secolo anche la fusione delle bocche da fuoco. Dal XVI
secolo vi furono fonderie stabili, ma i fonditori erranti continuarono ad
esistere fino al XVIII secolo, tramandandosi il mestiere di padre in figlio. La
C. segna le ore, e la suddivisione del tempo in unità calcolate è lo strumento
per mantenere sotto controllo le forze del Caos (v.), dell’oscurità e del male,
che circolano invisibili nell’etere. Secondo un libro di preghiere tedesco del
XII secolo, i demoni vengono terrorizzati e fuggono, e gli spiriti della
tempesta, la peste, le forze del male e gli spettri dei defunti dall’orrido
aspetto e dalle voci agghiaccianti sono cacciati dal suono delle C. di una
chiesa. Se la Russia vanta più C. di ogni altra nazione, Roma è certamente la
città con il maggior numero di C., le più antiche e quelle di maggiori
dimensioni. L’uso delle C. è fissato dal Codice di Diritto Canonico (ca. 612),
che ne regolamenta il servizio per il culto, elencandone gli altri possibili usi
per il bene della comunità (incendi, inondazioni e calamità naturali). Lo stesso
Codice (can. 1169) stabilisce che esse siano benedette o consacrate con una
complessa cerimonia corrispondente ad una forma di battesimo, secondo formulari
definiti nel pontificale romano. Ogni C. viene aspersa con acqua purificata e
santificata, consacrata ed unta con olio santo affinché con il suo suono «metta
in fuga il demonio». La benedizione delle C. è affidata al vescovo o ad un
sacerdote da lui delegato.
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