DEFINIZIONE:
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Nome degli abitanti del paese di Canaan che, con l’andare del tempo,
venne impiegato per designare tutti gli abitanti pre-israelitici della
Palestina. Gli scavi archeologici effettuati negli ultimi decenni hanno rivelato
molti aspetti della storia, della civiltà e della religione dei C. In ogni città
israelitica, sotto gli strati appartenenti al periodo israelitico (età del
ferro), sono stati scoperti i segni della cultura cananea. I C. non erano una
nazione unita, ma ogni villaggio ed ogni città, con i relativi dintorni, era
soggetta al suo sovrano. In tempo di guerra i principi minacciati da
un’aggressione si univano saldamente in lega. La religione dei C. presenta uno
sviluppo imponente e significativo con l’avvento della cultura mesolitica, detta
«natufiana», dal nome della località tipo costituita dalla caverna di Shukbah,
nello Uadi en-Natuf (7000-6500 a.C.). Vi sono stati scoperti reperti indicanti
nella religione dei Natufiani un culto delle forze fecondanti della natura,
omologate a quelle umane. Si stabilisce così un rapporto religioso tra la
fecondità umana e la fertilità della terra. Nel 1930, a Gerico, sono state
portate alla luce tre statue in grandezza naturale, raffiguranti un dio-padre
barbuto, una dea-madre ed un dio-bambino. Essi rappresentanti uno dei più
antichi esempi di culto di una trinità fecondatrice, la cui ierogamia
costituisce un tipico mezzo di difesa della comunità agricola dalle crisi. In
origine il nume supremo era il dio Bel, poi soppiantato da Baal (il Signore),
dio della guerra e del cielo, simboleggiato da un toro. La compagna di Baal era
Astarte (in ebraico Astoreth), dea della fecondità, simboleggiata dal tronco
d’albero o dal palo sacro. Il culto di Astarte era molto sensuale, e comprendeva
la prostituzione sacra (v. Ierodulia), mentre il culto di norma consisteva in
sacrifici, sia cruenti che incruenti, ma mai umani. Molto accentuato presso i
C., in ogni epoca, era il culto e la cura dei morti.
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