DEFINIZIONE:
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Nome del nocchiero dello Stige, il fiume dell'odio che circondava
l'inferno pagano. Egli traghettava le anime prave, che lo compensavano con
l'obolo, una moneta di bronzo, che veniva messa nella bocca dei defunti per
consentire loro di pagare il prezzo dell'ultimo viaggio. Un'antica leggenda lo
fa figlio di Erebo e della Notte, ed era rappresentato (v. nell'inferno
dantesco) come un vecchio "bianco per antico pelo", che intorno agli occhi aveva
"di fiamme ruote". Sarebbe stato un re d'Egitto, arricchitosi smoderatamente
attraverso onerose tasse imposte sulle sepolture. L'idea della barca infernale
sarebbe stata suggerita dal suo stesso nome, che in egiziano significa
navicellaio. Lo storico Diodoro Siculo giustifica l'etimologia del nome
asserendo che nei dintorni di Menfi c'era un lago, noto come Acherusia, che
bisognava attraversare per raggiungere il regno dei morti imbalsamati. Questi si
presentavano sull'altra sponda del lago, dove i giudici designati dagli dei
pronunciavano la sentenza, dopo aver ascoltato le ragioni dei difensori e degli
accusatori del defunto. Se le opere malvagie superavano quelle buone, veniva
negato l'onore della sepoltura. Se invece le ultime prevalevano, Caronte
disponeva affinché il morto fosse trasportato nella sepoltura, al di là del
lago, dopo aver riscosso il suo compenso.
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