DEFINIZIONE:
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Termine indicante la relazione tra causa ed effetto, ovvero il
rapporto esistente tra due eventi, il secondo dei quali sia prevedibile a
partire dal primo. Nella scienza moderna è decaduta la concezione metafisica
della C., per la quale la causa veniva concepita come la forza produttiva
dell’effetto, e l’effetto come razionalmente deducibile dalla causa. Viceversa
gode tuttora di notevole credito la concezione della C. risalente a Hume,
concezione per la quale la relazione di causa-effetto si riduce alla
concomitanza, invariabilmente presente nell’esperienza, di due eventi, mentre la
necessità abitualmente attribuita a tale congiunzione si riduce ad un puro
legame psicologico, ingannevolmente rispecchiato dal linguaggio. L’ipotesi di
una C. criptica con cui alcuni scienziati, tra i quali Einstein, hanno cercato
di salvare il principio del determinismo (v.), gode di scarso seguito tra gli
scienziati moderni, sempre meno restii ad abbracciare una nozione puramente
statistica di C.
Cavalleria: Istituzione sociale e politica dell’epoca feudale, cui appartenevano
generalmente i membri di famiglie nobili. Essa ebbe origine dalla società
feudale, sotto la spinta di esigenze religiose, militari e sociali. Poiché
l’esercizio delle armi era diventato un privilegio, si stabilì che l’aspirante
cavaliere dovesse mostrarsi degno di portarle, segnalandosi per le sue azioni.
La pratica per diventare cavaliere era piuttosto lunga e complessa. L’aspirante
a sette anni entrava al servizio di un signore ed a quattordici otteneva il
riconoscimento di scudiero. A ventuno era nominato cavaliere, al termine di una
solenne cerimonia che comprendeva il bagno di purificazione, una notte trascorsa
in preghiera e la consegna ufficiale della spada. La C. creava fra tutti i suoi
membri, di qualsiasi nazione e grado di nobiltà, un vincolo fraterno, e si
proponeva come scopo principale di combattere i soprusi e le violenze, di
aiutare i deboli e di difendere la fede cristiana. Con la crisi delle
istituzioni feudali, i vari Stati tentarono di appropriarsi della morale della
C. attraverso la creazione di numerosi ordino cavallereschi, a cominciare
dall’Inghilterra di Edoardo III che, nel 1344, istituì l’Ordine della
Giarrettiera, i cui cavalieri sono 25, avendo per insegna una giarrettiera di
velluto azzurro fissata alla gamba sinistra, una stella d’argento ed un collare
a due pendenti rappresentanti san Giorgio, protettore dell’Ordine, ed il drago,
con il motto "Honny soit qui mal y pense", ovvero sia disprezzato chi pensa
male. Un Ordine tuttora esistente, sotto la diretta giurisdizione della casa
reale inglese. In tal modo la C. si andò progressivamente svuotando del suo
autentico contenuto sociale e politico, per diventare un metodo di asservimento
ai sovrani, e quindi una comune decorazione. "Dalla seconda metà dell’XI secolo
in poi", scrive M. Bloch (La società feudale, Ediz. Einaudi, 1949) "vari testi
cominciano a menzionare che in posti diversi si è svolta una cerimonia
destinata, dicono, a fare un cavaliere. Il rituale implica parecchi atti. Al
postulante, di solito appena uscito dall’adolescenza, un cavaliere anziano
consegna anzitutto le armi significative del futuro stato; in particolare la
spada, con cui il neo cavaliere dovrà difendere la Santa Chiesa, specialmente
contro i pagani; egli proteggerà la vedova, l’orfano ed il povero, senza dare
mai tregua ai malvagi".
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