DEFINIZIONE:
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Forma rituale di una funzione laica o religiosa, accompagnata da atti
esteriori prescritti, di norma diretta nella sua attuazione da un cerimoniere (o
maestro di cerimonie) avente il compito di assicurare il rispetto del
cerimoniale o del rituale applicabile. Le varie possibili fasi della C., che può
essere più o meno solenne, pubblica o privata, ribadiscono l’intento di compiere
una dimostrazione d’onore, un atto di civiltà oppure l’esternazione di
complimenti, di norma in forma esagerata e poco sincera e spontanea. Il termine
può essere considerato sinonimo di rito, formalità, funzione, solennità, pompa,
e comprende talvolta il baciamano, l’abbraccio, la genuflessione, l’inchino e la
riverenza. Il cerimoniale che disciplina e regola la C. incidendo sulle
prescrizioni del rito (v.), implicando l’inscindibilità della sfera profana da
quella magico-spirituale, una stretta compenetrazione rimasta presente nelle
civiltà storiche indipendentemente dalla precipua funzione. Una distinzione tra
il cerimoniale laico e quello religioso-spirituale incomincia ad evidenziarsi
solo nel Medioevo. Il cerimoniale laico si divide tra l’applicazione ufficiale
di Stato e quella diplomatica: la prima, dopo aver raggiunto le sue forme più
complesse con il fiorire delle monarchie assolute, si è semplificata nel corso
del XIX secolo, fino a ridursi, specie nelle nazioni repubblicane come l’Italia,
alle attuali regole che disciplinano l’ordine di precedenza delle funzioni
pubbliche; la seconda è competenza di un ufficio direttamente dipendente dal
ministero degli affari esteri, e regola lo svolgimento dell’attività diplomatica
nelle relazioni internazionali. Invece il cerimoniale ecclesiastico riguarda le
C. liturgiche (e no) della Curia romana (v.), ed è competenza della
Congregazione dei Riti (istituita nel 1588), mentre le norme concernenti il
comportamento del vescovo, le funzioni pontificali, le varie feste nelle chiese
metropolitane, collegiate e monastiche, fanno parte del libro liturgico chiamato
Cerimoniale dei vescovi. Y (Massoneria): Le C. massoniche si svolgono secondo
precisi rituali scritti, ognuno redatto ed applicabile soltanto ad uno specifico
Grado. Ciascun rituale specifica dettagliatamente movimenti, atti e parole da
impiegare od attuare nel corso del Lavoro architettonico, il cui pieno rispetto
viene assicurato dagli interventi del Maestro delle Cerimonie (v.). La Libera
Muratoria, poiché si considera vera ed unica erede di tutte le tradizioni
esoteriche, impone l’assoluto rispetto dei rituali, riconoscendo loro il
simbolico spessore dei profondi contenuti magico-spirituali, talvolta mascherati
dall’allegoria, ma comunque presenti.
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