DEFINIZIONE:
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Mitico fondatore dell’Augusta Confraternita dei Rosa+Croce
(1378?-1484?), venuto alla ribalta con il dichiarato ritrovamento del suo
sepolcro e del suo corpo incorrotto, descritto dalla Fama Fraternitatis del
1614, che in sintesi rivela che "C.R. morì all’età di 105 anni, nel 1484. Il suo
corpo venne deposto in una grotta tenuta segreta. Nel 1604 i discendenti dei
suoi discepoli decisero di effettuare dei lavori alla casa madre. Nel corso di
questi venne trovato su un muro un grosso chiodo di bronzo che, tirato, rivelò
una porta sulla quale era scritto: "Posy CXX Annos Patebo" (Mi aprirò dopo 120
anni). All’interno fu scoperta una cripta a sette lati, illuminata da una
lampada perpetua (il testo cita "un altro sole"), sospesa su di un altare
rotondo, comprendente un sarcofago ricoperto da una lastra di bronzo.
All’interno della lastra, in alto, un’iscrizione: "Hoc universi compendium vivus
mihi sepulchrum feci" (Vivo, di questo sepolcro ho fatto un compendio
dell’universo), ed in basso "Jesus mihi omnia" (Gesù è tutto per me). Al centro
c’erano quattro figure inscritte in un cerchio, ognuna recante un motto:
"Nequaquam Vacuum" (Mai il vuoto), "Legis jugum" (Il giogo della legge),
"Libertas Evangelii" (La libertà del Vangelo) e "Dei gloriam intacta"
(L’incorrotta gloria di Dio). Nell’interno del sarcofago vi era il corpo intatto
di C.R., che stringeva tra le mani il Liber I, un testo che i Rosa+Croce
considerano il loro grande tesoro dopo la Bibbia. Nel sepolcro vi erano inoltre
altri libri sacri, specchi magici, incisioni e lampade perpetue. Su tutto il
motto principale dell’Ordine: "Ex Deo nascimur, in Jesu morimur, per Spiritum
Sanctum reviviscimus", che indica una lettura esoterica della formula
trinitaria, riferentesi alle tappe fondamentali dell’esperienza iniziatica:
nascita, morte e rinascita. Nella leggenda di C.R. la resurrezione di Hiram è
simboleggiata dall’incorruttibilità del corpo del maestro, che ha in comune con
l’architetto del Tempio salomonico anche il merito di aver compiuto un lavoro
instancabile. Infatti l’epitaffio leggendario rinvenuto nel Libro I recita:
"Granello insito nel cuore di Gesù, C.R., uomo del suo secolo ammesso attraverso
rivelazioni divine ai misteri ed ai segreti del cielo e della terra, visioni
acutissime, lavoro instancabile, … e di aver condannato i falsi adepti dell’Arte
Reale che puntavano all’oro materiale invece che al perfezionamento personale".
Il Moramarco (Nuova Enciclopedia Massonica, vol. I, pag. 22) conclude
l’argomentazione con "Diciamo con C.R. "aurum nisi quantum aurum". Infatti colui
cui è rivelata l’intera natura non si rallegra se può produrre oro, o se i
demoni gli ubbidiscono come disse Cristo, ma solo se vede aprirsi il cielo,
salire e discendere gli angeli di Dio (v. Scala di Giacobbe), ed il proprio nome
iscritto nel Libro della Vita".
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