DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal tardo latino circumcidere, tagliare intorno,
in greco peritomh, in ebraico nulah. È una mutilazione rituale operata su
individui di sesso maschile, e consistente nella parziale o totale asportazione
del prepuzio. L’usanza della C. è diffusa nell’Asia semitica, in molte zone
dell’Africa, dell’Oceania e dell’Australia, nonché in alcune parti del
continente americano. Nelle società arcaiche viene praticata a suggello
dell’ingresso dei giovani nell’età adulta. Rientra pertanto nel dominio delle
cerimonie di iniziazione (v.). Fra gli Ebrei ortodossi etra i seguaci della fede
islamica, la C. è praticata invece sui neonati o sui bambini molto piccoli
(secondo la legge vetero-testamentaria, all’ottavo giorno dopo la nascita
(Genesi XVII, 9 e segg.). Sino a poco tempo addietro si credette che a
fondamento di tale costume vi fosse l’idea di una sorta di offerta primiziale ad
un’entità capace di assicurare la procreazione umana, come la fecondità dei
campi. Oggi appare più verosimile l’ipotesi che detta mutilazione abbia sempre
rappresentato in sacrificio purificatorio, non privo di risvolti igienici. Non a
caso, nel passo biblico succitato, la C. è intesa come il segnacolo fisico del
patto fra Dio e la stirpe di Abramo. Anche Gesù venne circonciso (Luca 2, 21).
Corrispettivo della C. è la clitoridectomia (v.), effettuata su fanciulle,
tipica della cultura dell’antico Egitto, ed attualmente in uso in Arabia, in
Africa orientale e nel golfo della Guinea.
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