DEFINIZIONE:
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Ordine religioso il cui nome deriva da Cistercium (Citeaux) dove
nel 1098 fu fondata da Roberto di Molesmes la prima abbazia, dopo essersi
staccato da Cluny con alcuni compagni monaci per riprendere l’osservanza
dell’antica austera regola benedettina, rilassatasi nell’ordine cluniacense. Il
maggior sviluppo dei C. coincise con la venuta di Bernardo di Chiaravalle (1112,
v.), che diede impulso alla diffusione dell’ordine in tutta l’Europa. Le abbazie
C. si moltiplicarono ovunque, tanto da risultare ben 530 alla fine del XII
secolo, e 700 alla fine del XIII. La loro prima costituzione (Charta Caritatis)
fu redatta dall’abate Harding (1119) e subito confermata da Callisto II.
Seguendo la tradizione benedettina, i C. furono grandi colonizzatori, tanto da
meritarsi un posto preminente nella storia dell’economia agraria medievale. Le
abbazie C. erano autonome, ma dovevano operare sotto il controllo delle proprie
abbazie fondatrici, che a loro volta erano vigilate da un consiglio composto
dall’abate di Citeaux (Padre Generale dell’Ordine) e dagli abati delle quattro
abbazie madri. Dopo un crescente sviluppo, con apogeo nel XIV secolo, l’ordine
C. cominciò a decadere, allontanandosi dalla regola primitiva. Lentamente si
staccarono varie piccole congregazioni con tendenze riformatrici, finché la
riforma della Trappa (1664) creò una totale divisione fra i C. dell’osservanza
comune ed i C. dell’osservanza primitiva (trappisti). Attualmente l’ordine
consta di otto diverse congregazioni: austriaca, elvetico-germanica, italica,
belga, gallica, ungarica, boema e casamari, con un complesso di 63 monasteri e
di circa 1500 religiosi. Y (Architettura) Il ritorno alla semplicità assoluta,
auspicata da San Bernardo, che con la sua predicazione propugnava l’eliminazione
di ogni decorazione, sia scultorea che pittorica, estranea al suo ideale in
quanto fonte di distrazione dalla preghiera, si concretizza anche nei complessi
architettonici, in cui i C. si rifecero alla tipologia monastica già in vigore:
la chiesa, di solito dedicata alla Madonna, era orientata tradizionalmente da E.
ad O., con l’abside maggiore di forma rettangolare e, almeno nei primi esempi,
senza deambulatorio; la navata centrale con copertura a botte, transetto con non
più di due cappelle quadrangolari, completamente prive di decorazioni, sia
all’interno che all’esterno; il chiostro coperto anch’esso con volte a botte, le
sale capitolari, il refettorio, i dormitori o cellarii completavano il
complesso. Tale architettura venne introdotta dai monaci C. anche in Italia,
nelle regioni settentrionali, nel Lazio ed in Toscana.
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