DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal tardo latino consistorium, da consistere,
fermarsi. Nella Chiesa cattolica definisce la solenne adunanza di tutti i
cardinali presenti in Roma, presieduta dal papa, per la trattazione di
importanti affari relativi al governo della Chiesa universale. Si distinguono
tre specie di C.:
· segreto, con l’intervento dei soli cardinali;
· semipubblico, al quale partecipano anche i vescovi le cui sedi distino meno di
100 miglia da Roma;
· pubblico, cui prendono parte anche altri dignitari ecclesiastici e laici della
corte pontificia, e membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa
Sede.
Tra gli argomenti trattati nel C. segreto normalmente vi sono le nomine di nuovi
cardinali, l’annuncio di eventuali rinunce di cardinali, la nomina del cardinale
Camerlengo (v.), domanda ai cardinali se si possa procedere alla canonizzazione
di qualche beato la cui causa sia stata istruita dalla Congregazione dei Riti.
Nel C. pubblico si ha la prima perorazione (istanza di canonizzazione) delle
cause di santi già trattate nel C. segreto. Nel C. semipubblico, che si tiene a
distanza di pochi giorni o mesi dai precedenti, il papa chiede se si possa
procedere alle canonizzazioni di cui si è parlato nei c. precedenti. Nella
Chiesa protestante, il C. è un organo costituito da Calvino a Ginevra (detto
anche concistorio), composto da sei pastori e da dodici anziani, col compito di
giudicare la disciplina religiosa e morale dei cittadini. Oggi in tutte le
Chiese riformate (esclusi i presbiteriani) il C. è formato dal pastore del
luogo, da anziani e diaconi, con il compito di vigilare gli interessi spirituali
della comunità, e provvedere alle opere di carità e di assistenza.
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