DEFINIZIONE:
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Termine avente il significato letterale di camera chiusa a chiave.
Indica sia il luogo dove i cardinali procedono all’elezione del pontefice sia il
complesso dei cardinali partecipanti. L’origine della parola C. risale ai tempi
dell’elezione del successore di Clemente V (1268). Quando i 18 cardinali riuniti
a Viterbo, dopo diciotto mesi di riunioni non erano ancora riusciti ad
accordarsi su un nome, i cittadini viterbesi dapprima bloccarono rigorosamente
gli ingressi del palazzo papale, poi limitarono il vitto dei cardinali a solo
pane ed acqua. Gregorio IX, eletto in quell’occasione, con la costituzione "Ubi
periculum" (1274) stabiliva condizioni molto rigide per l’elezione del papa, che
quasi sanzionavano l’opera dei cittadini di Viterbo. Parte di queste
disposizioni sono state sostanzialmente recepite dalla costituzione "Vacantis
Sede Apostolica" di Pio X (1914), che regola l’attuale elezione del papa, con le
lievi modifiche apportate da Pio XII con la costituzione "Vacantis Apostolicae
Sedis" (1945), fra cui la più importante disposizione è la richiesta per
l’elezione di un voto in più oltre i due terzi dei suffragi, come stabilito in
origine. I cardinali debbono riunirsi in C. entro non più di 18 giorni dalla
morte del papa, prestare giuramento dinanzi al Camerlengo (v.), quindi il
maresciallo del C. (per antica tradizione è un membro della famiglia Chigi)
provvede dall’esterno alla chiusura delle porte. Dal XV al XVIII secolo i C. si
tennero in Vaticano; dopo la morte di Pio VII (1823) il C. si trasferì nel
palazzo del Quirinale, fino all’elezione di Pio IX (1846). Alla sua morte (1878)
il C. ritornò in Vaticano, dove si svolge tuttora nella cappella Sistina.
Cardinali e conclavisti (ogni cardinale ha diritto ad un segretario laico) sono
tenuti al più assoluto segreto sotto pena di scomunica. Secondo la tradizione,
sul C. aleggia l’influsso superiore dell’Eggregoro (v.), in questo caso dello
Spirito Santo, che porta i convenuti ad esprimere il proprio voto esclusivamente
in funzione del bene reale della Chiesa. Si fanno due votazioni al mattino e due
la sera. Dopo ogni votazione le schede vengono bruciate nell’apposito caminetto:
se la votazione risulta negative con le schede viene bruciata della pece che
provoca una fumata nerastra; in caso di risultato positivo vengono invece
bruciate solamente le schede, onde provocare una fumata bianca, che segnala
all’esterno l’evento. In questa occasione tutti i baldacchini che sovrastano gli
stalli cardinalizi vengono abbassati, eccetto quello dell’eletto. Dopo che
questi ha accettato la nomina, riceve l’adorazione da parte di tutti i
cardinali; quindi il decano dei diaconi annuncia al popolo l’avvenuta elezione
con la formula: "Annuncio vobis gaudium magnum. Habemus papam dominum cardinalem
(nome) qui sibi nomen imposuit (nome papale)". Il nuovo papa, rivestito degli
abiti bianchi, impartisce poi la sua prima benedizione al popolo, affacciandosi
al finestrone della basilica di San Pietro.
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