DEFINIZIONE:
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Comunità protestante che professa l’assoluta indipendenza da
ogni altra comunità o congregazione di fedeli, sorta in Inghilterra per
separazione sia dalla chiesa anglicana, che aveva conservato alcuni costumi
cattolici, come la gerarchia episcopale, sia dal puritanesimo, le cui dottrine
erano pervase di calvinismo. I suoi seguaci sostengono che ogni comunità
cristiana che segua i precetti del Vangelo costituisce una Chiesa indipendente
dalle altre comunità, e pertanto può liberamente darsi l’ordinamento e la
giurisdizione che ritiene più opportuni. Ogni congregazione è sotto la diretta
autorità di Gesù, ed è perciò responsabile solo dinanzi a Lui. Il principale
organizzatore dei C. fu John Robinson (1575-1625), ministro anglicano, che fu
costretto a lasciare l’Inghilterra ed a rifugiarsi in Olanda, dove organizzò la
spedizione in America (1620-21) dei suoi seguaci e di alcuni profughi puritani
detti "padri pellegrini". Stabilitisi nel Massachusetts (1620) e nel Connecticut
(16289, i C. diedero poi origine al congregazionalismo americano. I C. furono
protetti da Cromwell ma, dopo la restaurazione degli Stuart (1603), furono
nbuoivamente perseguitati. Solo nel 1698, con l’Atto di tolleranza, ottennero la
libertà di culto. L’organizzazione dei C. è interamente democratica: infatti
ogni organismo ecclesiastico gerarchico vi è stato eliminato, nella convinzione
che Dio assista direttamente ogni congregazione. (v. Indipendenti)
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