DEFINIZIONE:
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Termine che definisce la riduzione in cenere di un cadavere umano
per mezzo del fuoco. È un metodo di sepoltura usato presso molti popoli antichi
e, attualmente, anche in Oriente (India). La C. come uso funerario si oppone
all’inumazione, interramento della salma. Dopo il 1999 si era diffusa in Europa
un’usanza funebre simile alla C., costituita dalla scarnificazione dei cadaveri
mediante cottura, per conservarne le ossa ripulite. Tra gli altri vi furono
sottoposti Federico I (v.) detto Barbarossa, Luigi IX di Francia ed Isabella
d’Aragona. Una decretale di Bonifacio VIII (1299) colpì con la scomunica i
mandanti e gli esecutori di tali operazioni. Mentre nel XIX e XX secolo la C.
era accolta nelle legislazioni di tutti gli Stati (in Italia era dichiarata
facoltativa con decreto del 1892), la Chiesa cattolica si rivelò contraria in
modo intransigente. Il Sant’Uffizio la condannava (1886), e privava della
sepoltura ecclesiastica i defunti destinati alla C. Il Codice di Diritto
Canonico (can. 1203) dichiarava irrita la volontà espressa dal defunto che abbia
lasciato mandato per la C., e ne vietava le esequie in luogo sacro. Pene
canoniche erano disposte contro le società di C., ed anche contro coloro che
avessero dato la propria collaborazione alla C. di un defunto. Una breve visita
alle celle funerarie annesse ai crematori ufficiali è sufficiente ad evidenziare
quanto poco tale condanna abbia influenzato il ricorso alla C., soprattutto nel
corso dell’ultimo secolo. Il Concilio Vaticano II ha dichiarato lecito, ma
sconsigliato, il ricorso alla C., purché non eseguita in dispregio alla dottrina
della resurrezione della carne dei morti. I sostenitori della C., come gli
associati alla SOCREM, un ente morale di Torino, ne evidenziano l’espressione
del più profondo rispetto per la dignità di ogni essere umano, sottratto così al
suo disfacimento lento e crudele. Motto significativo di tale associazione è "La
terra ai vivi". Il rituale che accompagna la salma nel crematorio affronta il
fenomeno "morte" in modo da mutarne il significato per i disagiati sopravvissuti
da sgomento e desolazione ad incitazione alla riflessione per ritrovare il
conforto, la consolazione. Vi si tende quindi a dare un senso logico alla morte
ed alla vita di chi resta. Un incremento annuo degli associati di circa il 18%
evidenzia il successo conseguito in Italia dall’iniziativa. Interessante notare
le percentuali di adesione alla C. nei vari paesi, riportata dalla SOCREM sotto
il motto "Chi pensa sa scegliere": Australia, 54%; Canada, 40%; Stati Uniti,
21%; Europa, 32%; Italia, 3%. Secondo Guy de Maupassant, "Tutto finisce subito.
L’uomo accelera la lenta opera della natura, invece di ritardarla ancora con
l’orrida bara dove si decompone per mesi. La carne è morta, lo spirito se ne è
andato. Il fuoco purificatore disperde rapidamente quello che fu un essere
vivente, lo getta al vento, lo riduce ad aria e cenere anziché ad infame
putredine. È un rito pulito e sano. La putrefazione sotto terra, nella scatola
chiusa in cui il corpo diventa poltiglia nera e maleodorante, ha qualcosa di
ripugnante ed atroce. La bara che scende in quel buco fangoso serra il cuore
d’angoscia, mentre il rogo che arde sotto il cielo ha qualcosa di grande, di
bello e di solenne" (Le Figaro del 7 settembre 1884).
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