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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «00575»

TERMINE: CROCE
DEFINIZIONE:

L’analisi del termine implica la distinzione preliminare del segno aritmetico della moltiplicazione (x) da quello dell’addizione (+). Fatta astrazione da tali funzioni convenzionali, ovviamente estranee al simbolismo alchemico, la C. detta di Sant’Andrea (x) simboleggia l’incontro di due fattori similari ma opposti nella loro azione, essendo l’uno inclinato a destra e l’altro verso sinistra. Nella tradizione ermetica è comunque di capitale importanza la C. diritta. Il braccio orizzontale è passivo, come l’uomo dormiente disteso al suolo, e rappresenta la materia, mentre il braccio verticale è attivo, simile all’uomo in piedi, sveglio e cosciente, identificando lo Spirito che collega il basso con l’Alto, l’uomo con Dio. L’attivo che attraversa il passivo suggerisce l’idea di fecondazione, e proprio all’unione dei sessi si ricollega filosoficamente la C., beninteso a patto di sublimare ed ampliare la volgare nozione di accoppiamento. L’idea, penetrando nell’intelligenza ricettiva, la feconda. Dio si unisce alla Natura per generare ciò che è. La nostra energia sposa il nostro organismo, perché questo agisca. É l’applicazione che dà valore ad ogni forza: questo indica la C., segno di azione e di lavoro effettivo. La C. è un simbolo d’origine precristiana, manifestatosi in numerose varianti. L’Ankh (v.), la C. ansata degli antichi Egizi, simboleggiante la vita; la Swastica (v.), simbolo solare soprattutto dell’antica India, tristemente riesumata dal nazismo; la contorta C. del dio Quetzalcoatl, presso la civiltà precolombiana dei Maya; la C. a forma di Tau, molto diffusa nell’antichità fenicia e greca, e con cui più tardi i Druidi celtici rappresentavano il dio Hu, poi adottata da San Francesco (v.). L’origine del simbolo della C. è probabilmente duplice: da una parte nella protoforma del tau, essa poté derivare dalla stilizzazione delle corna del toro o dell’ariete, gli animali simbolo della forza riproduttrice; dall’altra dovette incorporare valenze astronomiche e naturalistiche diverse, dalla C. equinoziale al diagramma cruciforme della Qabbalah (v.), che rappresenta l’uomo. Il cristianesimo infine le conferì la dignità di immagine della salvezza. Nella sua Psicologia del transfert, il Jung scrive: «Chiunque percorra la strada che porta alla totalità, non può sfuggire a quella caratteristica sospensione che è rappresentata dalla crocifissione. Egli finirà per imbattersi senza fallo in ciò che gli taglia la strada, che lo incrocia; in primo luogo in ciò che non vorrebbe essere (ombra), in secondo luogo in ciò che non lui, ma l’altro è, ed in terzo luogo in ciò che costituisce il suo non-Io psichico, cioè dell’inconscio collettivo». Sul piano metafisico il simbolo della C. è stato illuminato dal Guenon, il quale sostiene: «La realizzazione dell’Uomo Universale viene simboleggiata dalle dottrine tradizionali sempre con lo stesso segno, direttamente derivato dalla Tradizione Primordiale, il segno della C.». Esso rappresenta perfettamente il modo in cui viene raggiunta tale realizzazione, mediante la comunione della totalità degli stati dell’essere, ordinati gerarchicamente in armonia ed in conformità, nell’espansione integrale secondo i due sensi dell’ampiezza e dell’esaltazione. Infatti si può considerare che questa duplice espansione dell’essere si effettui orizzontalmente, cioè ad un determinato livello esistenziale (evolutivo), e verticalmente, ovvero nella sovrapposizione gerarchica di tutti i livelli. Il senso orizzontale rappresenta quindi l’ampiezza, cioè l’estensione dell’individualità assunta come base della realizzazione, estensione consistente nello sviluppo indefinito di un insieme di possibilità soggette a condizioni particolari di manifestazione. Il senso verticale rappresenta la gerarchia, pure indefinita, degli stati multipli, ognuno dei quali rappresenta un insieme di possibilità corrispondente ad uno dei tanti mondi o gradi compresi nella sintesi totale dell’Uomo Universale. Importante è capire che l’effettiva realizzazione della totalità dell’essere, che è al di là di qualsiasi condizione, è precisamente ciò che la dottrina indù chiama Moksha (liberazione) e che l’esoterismo definisce «identità suprema». Vale infine la pena di considerare che il simbolo della C. a quattro braccia, caratteristico della cristianità, sia ben diverso dalla C. del Golgota, notoriamente a tre sole braccia, come una Tau. Esso è invece un antico segno geroglifico egizio, che significa salvatore. Tale segno veniva tradotto nell’ebraico Giosué, ovvero nel greco Gesù. Quindi la croce, che per la religione cristiana sarebbe simbolo di Gesù, andrebbe invece considerata come il suo stesso nome.

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