DEFINIZIONE:
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Dall’arabo-persiano Kurd (plur. Akard), armeno Kurduck, popolazione di
lingua iranica stanziata nella regione denominata Kurdistan, corrispondente
all’Anatolia orientale. Politicamente è divisa fra l’Iraq, la Turchia e l’Iran.
Comprende numerosissime tribù, fra le quali i Gelali, gli Shadilli, gli Sheikh,
i Lolan, i Balaban, i Lacin, ecc. Vivono essenzialmente di agricoltura e di
pastorizia, e sono per lo più nomadi o seminomadi. La loro abitazione più comune
è la tenda, ma in qualche regione è in uso una capanna di pietre a forma di
alveare. Le tribù sono soggette all’autorità di capi (agha, seyqyid, sheikh) e
in molte di esse vige una sorta di regime feudale, in cui i capi hanno diritto
ereditario alla rendita di intere regioni. La poligamia viene praticata
specialmente dai capi. La religione è musulmana, essendo la maggior parte dei C.
di tradizione sunnita. La lingua parlata è di ceppo iranico del gruppo
indoeuropeo. Non si conosce l’attuale numero dei C., ma si calcola che
complessivamente ammontino a circa cinque milioni. I C., gelosi della propria
autonomia, furono, ed in parte continuano ad essere, continuamente in lotta con
i popoli vicini, particolarmente in Turchia ed in Iraq. Quando i Turchi
occuparono l’Armenia ed il Kurdistan, seppero sfruttare tale ostilità, e nel
1890 lasciarono che si costituissero alcune divisioni di cavalleria C., le cui
feroci scorrerie a danno dei cristiani armeni sono rimaste tristemente note. I
loro ripetuti tentativi di costituire uno stato unitario ed indipendente sono
finora falliti, sia per la resistenza interna dei vari gruppi tribali, sia per
la decisa ostilità degli Stati dove si trovano le minoranze C.
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