DEFINIZIONE:
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Denominazione, derivata dall’ebraico ebynim,
poveri, di una setta giudeo-cristiana dei primi secoli (I-IV), diffusa
particolarmente in Asia (Siria, Palestina, Transgiordania ed Egitto), Fedeli
alla religione giudaica, gli E. consideravano Gesù un profeta illuminato dallo
Spirito Santo, però di levatura inferiore a quella di Mosé, senza riconoscerne
la divinità, mentre ritenevano San Paolo un apostata. Basandosi sull’apocrifo
Vangelo degli Ebrei, respingevano i quattro Vangeli canonici, accettando solo in
parte quello di Matteo che avevano però alterato. Combattuti da San Paolo,
Giustino, Ireneo, Eusebio ed altri, si conosce poco della loro dottrina. Nel
corso del IV secolo furono assorbiti dal giudaismo ortodosso, come pure dal
cristianesimo.
Ebraismo: Religione e complesso delle tradizioni degli antichi ebrei, talvolta
distinto dal Giudaismo che è riferito soltanto agli ebrei della diaspora. Alla
base dell'E. è il patto (berit) stipulato tra Dio ed Abramo, rinnovato poi con
Mosè tra Dio ed il popolo di Israele, con la rivelazione del Sinai e la
promulgazione di una guida etico religiosa costituita dalle tavole della Legge:
il Decalogo. Il monoteismo ebraico differisce da tentativi analoghi compiuti in
paesi confinanti con la Giudea, quali l'Egitto e la Mesopotania, proprio per la
sua caratteristica di patto esclusivo, e per la base morale e divina nella sua
essenza, di cui è responsabile l'intero popolo ebraico. Dopo Mosè, ne sono stati
sostenitori i Profeti ed i giudici, che hanno confermato l'unità-unicità di dio
(come nell'islamismo) e. di conseguenza, la sua universalità, affermando la
santità del popolo d'Israele, responsabile della diffusione della parola di Dio
fra gli uomini, la supremazia della morale sullo stesso culto (Isaia), per
consolare infine gli esuli con la visione dell'età messianica e della
resurrezione dei morti (Ezechiele), sempre ribadendo la piena validità del
libero arbitrio. Nei primi cinque secoli d.C. Farisei, Tamaiti ed Amorraiti
raccolsero leggi e tradizioni orali, aggiungendo così ai testi biblici la Misnah
(v.) ed il Talmud (v.). Nel corso del medioevo Maimonide, filosofo ebreo
d'origine iberica, nella sua "Guida per incerti", scritta nel 1170 formulò i
famosi 13 articoli di fede sull'interpretazione della Bibbia, sulle prove
cosmologiche dell'esistenza di Dio, sulla genesi e sui rapporti tra Dio ed il
mondo, elaborando una psicologia ed una morale. L'unità sistematica tra
filosofia aristotelica e religione, affermata da Maimonide, fu un punto fermo
per il successivo pensiero ebraico e cristiano. L'E. contemporaneo accetta quali
principi fondamentali: · l'esistenza di Dio; · la missione del popolo d'Israele;
· il libero arbitrio, · la retribuzione, · l'era messianica. Fin dall'antichità
sono esistiti gruppi ebraici dissidenti, tra i quali: 1) i falasha, ebrei
dell’Etiopia, (VI sec. a.C.), attuali probabili custodi dell’Arca dell’Alleanza
(v.) nella chiesa di Santa Maria di Sion in Axum; 2) i samaritani (V secolo
a.C.); 2) gli Esseni ed il gruppo del Mar Morto (II secolo a.C.); 3) i Caraiti
(700). Un aspetto particolare dell'E. s'è avuto con il misticismo cabalistico,
sfociato dapprima in movimenti messianici (1500-1600) e poi nell'Hassidismo
(1700). Dalla moderna corrente razionalista è nato un movimento di riforma, con
semplificazioni rituali e l'introduzione di forme di culto occidentali, trovando
aderenti specie negli Stati Uniti. Il culto, nomade in origine, fu centralizzato
in Gerusalemme, ove leviti e sacerdoti (Kohanim) mantenevano il servizio e
presiedevano ai sacrifici. Nel 500 furono istituite le sinagoghe, luoghi di
preghiera e di studio. Festività settimanale è il sabato (IV Comandamento).
Caratteristica peculiare degli ebrei sono le persecuzioni razziali cui sono
oggetto da sempre, sfociate a volte in vero genocidio, come accaduto pochi
decenni orsono ad opera del fanatismo nazista tedesco, dichiaratamente
antisemita, tanto da aver provocato la morte di oltre sei milioni di loro nei
campi di sterminio. Gli attuali 14 milioni di ebrei, seguaci del sentiero della
Legge, codificato dall'Antico Testamento, da Torah (v.) e da Talmud (v.),
risiedono soprattutto negli Stati Uniti, nello stesso stato di Israele creato
nel 1946, negli stati dell'ex Unione Sovietica, in Sud America ed in comunità di
più modeste dimensioni sparse in tutto il mondo.
Ebreo errante: Leggenda medievale secondo la quale un ebreo, per aver schernito
Gesù mentre saliva sul Calvario incitandolo a proseguire sotto il peso della
croce, fu condannato ad errare senza sosta in tutti i paesi del mondo fino alla
fine dei tempi, con non più di cinque soldi nella borsa, che però si rinnovavano
continuamente. Adottato a simbolo della dispersione del popolo d’Israele, nel
tempo denominato Giovanni Buttadeo in Italia, Ahasvero in Germania, Isacco
Lacedem nei Paesi Bassi, ecc., l’E. passò alla letteratura assumendo, nell’epoca
romantica, i più diversi significati simbolici: fu infatti considerato
rappresentante del popolo ebreo perseguitato, denigratore di Gesù Cristo, ecc.
Il personaggio dell’E. conquistò una vastissima celebrità nel 1844 con il
romanzo "Le Juif errant", di E. Sue.
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