DEFINIZIONE:
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Mohandas Karamchand, detto il Mahatma (in sanscrito Grande Anima).
Grande uomo politico indiano (Porbandar, Kathiawar 2.10.1869 - Nuova Dehli
30.1.1948). Dopo aver studiato alle università di Ahmrdabad e di Londra,
esercitò brevemente l'avvocatura a Bombay, da dove si traqsferì in Sud Africa
nel 1893. Qui la pesante discriminazione cui erano sottoposti i suoi più che
150.000 compatrioti scatenò la sua indignazione, spingendolo alla vita politica.
Nel 1903 fondò la Transvaal Indian Association ed il giornale Indian Opinion, e
tre anni dopo lanciò a livello di massa la sua originale concezione della
resistenza passiva, consistente in una forma di non collaborazione radicale con
il governo ostile, concepita come mezzo di pressione di massa. Nel 1914 tornò in
India, dove la popolazione era diventata immensa. Dopo la prima guerra mondiale
e gli incidenti di Amritsar (1919) si pose a capo del movimento
costituzionalista ed indipendentista, lanciando la prima grande campagna di non
collaborazione. Nel 1922 subì un primo processo, restando in carcere fino al
1924. Nel 1930 lanciò una seconda grande campagna di resistenza. Incarcerato,
rilasciato, partecipò alla conferenza di Londra sul problema indiano, in cui
respinse ogni tesi moderata, richiedendo la piena indipendenza immediata.
Fallita la conferenza, nel 1932 lanciò una terza campagna di resistenza. Negli
anni successivi fu spesso incarcerato, ed agli arresti rispondeva con
lunghissimi scioperi della fame. Particolarmente importante fu quello del 1933,
che G. intraprese per richiamare l'attenzione sul problema della condizione
degli intoccabili, la casta più bassa del sistema indiano. Ritiratosi dalla
politica attiva dal 1934 al 1939, ritornò in quell'anno a capo del Congresso.
Incarcerato durante la seconda guerra mondiale, partecipò poi alle trattative
che sancirono l'indipendenza dell'India (1947). Il suo atteggiamento moderato
sul problema della divisione del paese fra indù e musulmani, cui G. si rassegnò
molto a malincuore, scatenò l'odio di un fanatico indù, che lo assassinò. Il
pensiero politico di G. è nutrito di liberalismo occidentale, laico e
progressista, ma anche di spiritualità ascetica orientale (G. apparteneva alla
religione jain). I postulati della sua teoria sono la rinuncia a qualsiasi forma
di violenza fisica (ahimsa), ed il ricorso invece a mezzi di pressione morale a
livello di massa, ovvero non collaborazione, resistenza passiva, sciopero della
fame, obiezione di coscienza, ecc. Il suo sistema teorico, il cosiddetto
Satyagraha (insistenza verso la verità) contiene, accanto ad una solida teoria
politica, una straordinaria ed affascinante lezione morale.
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