DEFINIZIONE:
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Dal bengali, la scura, la nera. Dea indù dall'aspetto terrificante,
simbolo della morte e della distruzione del mondo. Sposa di Siva, è venerata non
in dipendenza del dio, ma autonomamente. Viene rappresentata come una vecchia ed
orribile donna nera cinta di serpenti, con da quattro a sedici braccia, occhi
infuocati, lingua pendente che gocciola sangue delle sue vittime, zanne di belva
e capelli irsuti. Al collo porta una collana composta da 50 teschi umani. Nel
suo aspetto positivo e creativo è chiamata Durga, l'inaccessibile, Jagaddhatri,
la creatrice del mondo, e Sakti, potenza, nel senso che rappresenta la potenza
di creazione del marito Siva, che senza di lei è definito dai testi sacri indù
sava, cadavere. Alla dea K. è dedicato un famoso tempio di Calcutta, dove le
sono offerti sacrifici cruenti di animali. Sacrifici umani le venivano un tempo
offerti dalla violenta setta dei Thugs. È una figura che Emilio Salgari ha
sfruttato drammaticamente e macabramente nella sua serie di racconti editi sul
personaggio della Tigre di Mompracen.
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