DEFINIZIONE:
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Divinità cananea, cui venivano sacrificate vittime umane nella valle del
Hinnom (Geenna), nei pressi di Gerusalemme. Gli Ammoniti gli sacrificavano i
loro bimbi, gettandoli nel fuoco che mantenevano sempre acceso in suo onore. Si
trattava di un culto solare, tanto che Babilonia gli dedicò il Tempio del Sole
di Sippara, mentre i Greci ne derivarono Kronos (v.), divoratore dei suoi figli
e del tempo, padre di Zeus, così descritto da Diodoro Siculo (XX, 14): "I
Cartaginesi avevano una statua bronzea di Kronos, con le mani tese e piegate
verso terra, con la palma volta in alto, di modo che il fanciullo che vi veniva
posato sopra rotolava, precipitando in un baratro pieno di fuoco". Sono numerosi
i passi che nella Bibbia denunciano le fortune del culto di M., che raggiunse il
massimo della sua diffusione tra la fine dell'VIII e l'inizio del VI secolo
a.C., anche presso gli Ebrei (2 Re 16, 3 - 21, 6 - 23, 10; Levitico 18, 21 - 20,
2; Geremia 7, 31-32, 32, 35. Il suo aspetto raccapricciante ne ha fatto
attribuire il nome ad un rettile squamato (Moloch Horridus), insettivoro, di
piccole dimensioni (di ca. 20 cm. di lunghezza) che vive nei deserti
dell'Australia.
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