DEFINIZIONE:
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Dottrina e pratica connesse con la supposta esistenza di forze,
entità o poteri situati oltre il paino normale della consapevolezza corrente,
tali da sfuggire alla normale indagine scientifica, i quali interverrebbero in
azioni umane altrimenti impossibili a spiegarsi. Consiste quindi nella pretesa,
il più delle volte arbitraria e mistificante, di attivare poteri supernormali,
edi applicarli in virtù di formule, con il concorso di situazioni astronomiche
ritenute astrologicamente favorevoli, o di supposti intreventi di entità
defunte. Nella fattispecie è contrario al termine esoterismo (v.), che cerca di
avvicinarsi all’essenza delle cose attraverso la ricerca e l’individuazione dei
nessi che congiungono i molteplici aspetti del pensiero e dell’essere, con lo
studio comparatoi delle dottrine filosofiche e religiose con la drammatizzazione
rituale, per cui è libero da ogni scoria superstiziosa. Il termine O. comprende
pressoché tutte le attività a carattere divinatorio, quali astrologia,
chiromanzia, cartomanzia, alchimia e, secondo alcuni studiosi, anche spiritismo,
ipnotismo, telepatia e simili. Già praticato in epoca mesopotamica ed egiziana,
l’O. fu in uso particolarmente nel Medioevo, nonostante la solenne condanna
pronunciata dalla Chiesa cattolica e le successive violente persecuzioni,
specialmente sotto le forme della cabala e della demonologia. La ragione per cui
religioni e dottrine esoteriche ostacolano la diffusione a livello popolare
delle conoscenze più elevate, risiede nella convinzione che tali messaggi
risultino incomprensibili ai non preparati. Cristo stesso sostenne tale
opportunità con i suoi discepoli, dicendo: "Non vogliate dare le cose sante ai
cani e non buttate le vostre perle ai porci, perché non accada che le pestino
coi piedi e si rivoltino a sbranarvi". Quindi il pericolo risiede nella
possibilità che le perle vengano travisate nel loro significato, deformando le
più elevate verità in idolatria, superstizione e fanatismo. Le prove di
iniziazione ai misteri avevano proprio lo scopo di chiarire se l’individuo
possedeva l’intelligenza e la preparazione richieste e previste per ottenere
l’accesso alle superiori istruzioni filosofiche e spirituali. Una precauzione
necessaria poiché l’insegnamento impartito nei misteri, se malamente inteso,
poteva nuocere anziché giovare all’evoluzione spirituale. Inoltre tali
conoscenze, se possedute da uomini che non avessero dominato e trasceso le
passioni e l’egoismo, rappresentavano un serio pericolo per sé e per l’umanità.
Ermete Trismegisto, fondatore dei misteri egizi, sosteneva al riguardo che
"questi insegnamenti hanno la particolarità che per loro mezzo i malvagi sono
spinti ancor più al male". Secondo le tradizioni dell’O. nelle antiche scuole
iniziatiche si insegnava l’uso di forze ancora sconosciute alla scienza moderna,
la cui natura non era dissimile da quelle atomiche. Resta il fatto che ancora
nessuno riesce a spiegare come gli antichi abbiano potuto muovere e mettere in
opera tanto accuratamente gli enormi blocchi di pietra delle piramidi, di molti
templi e di Stonehenge. Nel tempio del dio Sole a Baalbek ve ne sono di lunghi
20 metri e larghi oltre 4, pesanti oltre mille tonnellate. Il termine O.
talvolta viene usato quale improprio sinonimo di esoterismo. Ma più spesso
designa il solo aspetto pratico di questo, cioè le attività più che i principi,
le applicazioni della dottrina delle corrispondenze piuttosto che la dottrina
stessa. Quanti hanno assistito a fenomeni di levitazione sono tentati di credere
a quanto asserito dagli occultisti, per cui i più alti iniziati ai misteri erano
in grado di neutralizzare le forze di gravità. Dunque si deve dedurre che le
scienze dell’O. non sono altro che le forme di deviazione delle vere scienze
esoteriche e dei misteri, ovvero tutte le pratiche di magia come anche della
stessa stregoneria (v. Papus ed Eliphas Levi).
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