DEFINIZIONE:
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Insieme di atti aventi come scopo il danneggiamento di un popolo o
di un singolo individuo. Trova applicazione nel cristianesimo, in quanto
definisce le secolari angherie subite dai primi cristiani da parte delle
autorità e del popolo di Roma, da quando apparve diverso dal giudaismo. Resta
controversa la questione del fondamento giuridico delle P., particolarmente in
quelle anteriori a Decio (col quale le P. vengono indette direttamente
dall’imperatore). Contro i cristiani venivano applicate, a causa del carattere
ufficiale e pubblico del culto religioso romano, normali provvedimenti di
polizia contro i sediziosi ed i sovversivi (ius cercitionis). Inoltre esisteva
al riguardo una specifica legge di Nerone (institutum neroniarum). Secondo la
storiografia tradizionale, le P. si succedettero in quest’ordine: Nerone (64-68:
i cristiani vennero accusati dell’incendio di Roma; furono giustiziati anche
Pietro e Paolo); Domiziano (94-96: accuse di superstizione malefica contro i
cristiani); Antonino (112-161: martirio di Ignazio da Antiochia e Policarpo di
Smirne); Marc’Aurelio (177-180: Settimio Severo (197-211); Massimino Trace
(235-238: P. rivolte contro i capi della chiesa cristiana primitiva); Decio
Traiano (249-251: imposizione ai cristiani di sacrificare agli dei pagani ed
alla statua dell’imperatore); Gallo (251-253); Valeriano (257-260) ed infine
Diocleziano (303-305). Le P. cessarono in seguito agli editti di tolleranza di
Galerio (Nicomedia 311), e di Licinio e Costantino Milano (313).
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