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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01601»

TERMINE: PIETRA FILOSOFALE
DEFINIZIONE:

Detta anche Pietra dei Filosofi, secondo la dottrina alchimistica rappresenta la sostanza catalizzatrice o mediatrice in grado di consentire la trasformazione in oro di qualsiasi metallo, del piombo in particolare. La P. sarebbe inoltre il principio di tutte le materie, ed il dissolvente universale. La ricerca della P. è lo scopo essenziale dell’Alchimia(v.). Per produrla occorre la disponibilità del grande "Agente universale", noto come "Luce astrale", l’unico in grado di fornire la Pietra filosofale, ovvero l’Elisir di vita. È quanto la filosofia alchemica definisce "Azoto", l’Anima del mondo, il grande Magnes o la Vergine celeste. Il principio fondamentale della dottrina alchemica costituisce la "Grande Opera" (v.). Racchiude un insieme di operazioni richieste per il conseguimento della conquista, praticamente parallela, sia del dominio incontrastato ed illimitato sulla materia che di una totale libertà della coscienza. Attraverso le operazioni fisiche di trasmutazione, l’alchimista può essere posto nella condizione di vedere le varie manifestazioni delle leggi universali, e progredire così lungo il cammino verso la trasmutazione della propria coscienza che, consentendo l’evoluzione dello spirito, porta alla conquista del dominio sulla materia. Traguardo finale di questo processo di mutazione è rappresentato dalla produzione della P, l’elemento catalizzatore capace di pilotare la trasmutazione dei metalli vili in oro, e la conquista dell’immortalità alchemica, rappresentata dalla definitiva liberazione dalle schiavitù dell’invecchiamento e della morte. Partendo da tale concezione, era semplice arrivare all’idea della trasmutazione. Dal momento che tutti i metalli sarebbero formati da elementi assolutamente identici ma in proporzioni diverse, appariva logico pensare che tali proporzioni potessero essere variate dall’azione di un agente catalizzatore: appunto la Pietra filosofale. Da ciò gli alchimisti ricavavano la certezza dell’esistenza in natura di una materia prima unica, ritenendo che minerali e metalli si formassero in modo analogo alla formazione del feto nella matrice degli esseri animati. Conseguentemente doveva esistere un seme dei metalli, come esisteva un seme nei mondi animati e vegetale. Uno degli scopi dell’Arte ermetica consisteva nella scoperta di tale seme, che nel linguaggio alchemico era spesso definito sperma minerale. Sia comunque chiaro che ai veri alchimisti non interessava affatto trasmutare i metalli in oro al fine di arricchirsi: solo il Flamel (v.) pare che, dopo aver scoperto la P., avesse acquistato un gran numero di proprietà immobiliari ubicate nel centro di Parigi. Al vero alchimista occorreva realizzare una trasmutazione onde assicurarsi della qualità dell’eventuale P. scoperta. Loro scopo, ottenuta la trasmutazione, era tramutare sé stessi con l’ingestione biennale di una sostanza omeopatica di Pietra filosofale, onde eliminare le tossine del corpo ed i batteri patogeni. L’adepto perdeva i capelli, le unghie ed i denti, che subito rispuntavano più forti e vigorosi di prima. Non aveva più bisogno di urinare ed evacuare, mentre diventava superflua l’alimentazione. Non mangiava più che per suo esclusivo piacere, non essendo più soggetto alle necessità dell’uomo normale. Infine l’effetto della P. non influenzava soltanto il corpo, ma rigenerava e fortificava le facoltà intellettive e spirituali, portando alla vera e piena conoscenza. Solo quanti fossero stati realmente in condizione di finalmente trasformarsi, o meglio trasmutarsi "da pietre morte in Pietre filosofali viventi", acquisivano la possibilità di accesso ai segreti dell’Arte, quindi anche di correttamente interpretare i moltissimi segni, scenari complicati ed emblemi allegorici che fanno parte della dottrina e del pensiero alchemico.

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