DEFINIZIONE:
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Scienza praticata in Cina nel 3000 a.C., trovò largo impiego in
epoca etrusca e romana: gli operatori erano rivestiti di funzioni sacerdotali.
Nel Medioevo fu considerata pratica diabolica, incorrendo nei rigori
dell’autorità religiosa. Già usata nel XVI secolo in Germania per ricerche
minerarie, nel XVII secolo fu applicata per la ricerca di falde acquifere sia in
Gran Bretagna che in Francia, dove fu impiegata per finalità giuridiche: famosa
la scoperta effettuata nel 1692 dal rabdomante J. Aymar di uno degli assassini
dei coniugi Sauvatre. Propugnatore in Italia della R. è stato P. Zampa
(1877-1944). Per vari secoli la R. è stata considerata una pratica di probabile
natura medianica, consistente nella captazione di radiazioni emesse da sostanze
o da corpi di norma nascosti nel sottosuolo. Strumenti di ricerca sono il
pendolo o la bacchetta (in quest’ultimo caso si parla di rabdomanzia). Essa
implica lo sfruttamento di facoltà sensoriali di norma ignorate, ma di cui ogni
essere umano sarebbe dotato. Il fenomeno si manifesta mediante torsione della
bacchetta ed oscillazioni o rotazione del pendolo; l’interpretazione di tali
momenti è connessa alla sensibilità dell’operatore. La R. è da poco diventata
materia di studio scientifico ed universitario in molti paesi, ed avrebbe
carattere biofisico: correnti radioattive ecciterebbero il sistema nervoso
dell’operatore, provocando involontarie contrazioni muscolari che causano il
movimento dello strumento impiegato. Secondo altri studiosi invece la R.
costituirebbe una forma paranormale di conoscenza (criptestesia). La
Teleradiestesia compie ricerche con il pendolo su persone o terreni anche
lontani dall’operatore, purché questi disponga di fotografie delle persone o di
mappe dei terreni in oggetto. La R. verrebbe oggi anche applicata per diagnosi
di patologie a distanza, nell’inseguimento di criminali, in teleprospezioni di
cadaveri sepolti o sommersi, e di giacimenti minerari o di tesori nascosti.
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