DEFINIZIONE:
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Libro dell’Antico
Testamento attribuito a Z., profeta di stirpe sacerdotale, che predicò nel 520
a.C., contemporaneo del profeta Aggeo, con il quale si adoperò per sollecitare
la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C.
Il profeta Z. è considerato l’undicesimo dei Profeti minori menzionati dalla
Bibbia, ed il suo libro si suddivide in due parti: 1) serie di orto visioni
notturne, in genere riferite all’aspettativa messianica; considerazioni sul
digiuno in memoria della distruzione del Tempio e sull’esigenza divina di
giustizia e bontà da parte degli uomini; 2) due discorsi profetici di carattere
escatologico: uno sul giudizio di Dio e la salvezza nel regno messianico;
l’altro sul trionfo messianico e la gloria di Gerusalemme. Secondo alcuni
critici il libro potrebbe essere attribuito interamente a Z., anche si vi si
notano talune differenze tra la prima e la seconda parte. La seconda risalirebbe
ad epoca preesilica, ma sarebbe stata redatta in epoca persiana od ellenistica.
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